martedì 17 novembre 2015

L'evento di Sheffield in Inghilterra ha dimostrato che Hulk Hogan è ancora il campione della gente!

Il nostro inviato nel Regno Unito Matteo Carminati ci racconta la magica serata di "An evening with Hulk Hogan", lo spettacolo organizzato lo scorso 14 novembre 2015 alla Sheffield Arena di Sheffield in Inghilterra!

a cura di Matteo Carminati

E' ormai da qualche anno che seguo il wrestling con il contagocce ed ora più che mai mi rendo conto che come spesso Manuele ammette riferendosi a noi Hulkamaniacs, in parecchi casi siamo forse prima tifosi di Hulk Hogan e poi fan di wrestling. Certo, il tutto continua a piacermi, vi è sempre una passione latente che ogni tanto riaffiora ma è chiaro che sotto questo aspetto gli anni migliori sono ormai solo dei piacevolissimi ricordi.
(Hulk Hogan in posa alla Sheffield Arena)

Ho 32 anni, appartengo a quella generazione di appassionati che, dopo aver scoperto la World Wrestling Entertainment (all'epoca ancora World Wrestling Federation) da bambini fra la fine degli anni '80 ed i primi anni '90, si sono visti piombare addosso un interminabile periodo buio durato dal termine del 1994 fino al Settembre del 1999, cinque anni in cui le informazioni sul wrestling erano estremamente scarse per usare un eufemismo. In quel periodo le poche notizie che riuscii a reperire le scovai di fatto per puro caso, la passione per il wrestling era ormai un ricordo della mia infanzia e nulla più, certo, c'era ancora qualche vecchia VHS che magari riesumavo una volta l'anno, ma di certo non avevo modo di sapere cosa stava accadendo oltre oceano. 
(Più di mille Hulkamaniacs sono arrivati da tutta Europa per vedere dal vivo The Hulkster alla Sheffield Arena... e meno male che secondo qualcuno doveva essere finito o caduto in disgrazia...)

Del passaggio di Hulk Hogan ad un'altra compagnia, senza sapere che si chiamasse World Championship Wrestling, ne venni a conoscenza guardando una puntata di Baywatch credo nel 1996, nell'episodio intitolato Bash at the Beach. Un anno più tardi, se non ricordo male all'interno di Sport Week, l'allegato del sabato de "La Gazzetta dello Sport", venne pubblicato un articolo riguardante il debutto nel wrestling di Dennis Rodman con tanto di fotografie del match in cui Rodzilla ed il suo partner Hollywood Hogan affrontarono Lex Luger e The Giant (Paul Wight, da ormai sedici anni meglio noto nella WWE come The Big Show). Restai impressionato nel vedere in foto Paul Wight, felice nel vedere ancora in attività Lex Luger del quale avevo fugaci ricordi prima del blackout televisivo e ovviamente strafelice nel vedere ancora nel giro Hulk Hogan anche se non capivo per quale motivo vestisse di nero sul ring, non avevo ovviamente la più pallida idea dei fatti relativi a Bash at the Beach 1996 in cui The Hulkster tradì "Macho Man" Randy Savage, lo stesso Lex Luger e Sting per unirsi a Scott Hall e Kevin Nash dando vita al New World Order. 
(L'articolo comparso su Sport Week nel 1998 e citato da Matteo Carminati)

Col tempo arrivano notizie anche su ciò che stava nel frattempo accadendo alla World Wrestling Federation. Nel 1998 infatti la "Gazzetta  dello Sport" ci racconta dell'approdo di Mike Tyson nella compagnia di Vince McMahon mentre nel Maggio dell'anno successivo, dopo aver comprato il giornale per leggere il più possibile a riguardo della vittoria dello scudetto del Milan il giorno precedente, rimasi malissimo nell'apprendere della morte di Owen Hart, deceduto nel modo in cui tutti sappiamo in quel di Kansas City durante il pay per view "Over the Edge".
(Vari articoli di quotidiani italiani che nel 1998 raccontavano del confronto fra Mike Tyson e Stone Cold Steve Austin)

Il wrestling in Italia tornò in tv nel 1999, certo, chi si ricorda di come Mediaset propose al pubblico quegli episodi di WCW Monday Nitro dubito possa avere oggi un ricordo piacevole di quel ritorno in TV, un commento stile Gialappa's Band fatto da due DJ che di certo non sapevano nulla del pro wrestling e delle sue dinamiche, tuttavia resta per me indimenticabile la prima puntata trasmessa, pronti via e nel main event ecco Ric Flair, ancora con la cintura di campione del mondo alla vita. Successivamente dallo stage arriva nientemento che Hulk Hogan, chiamato però dai due commentatori con lo pseudonimo di Hollywood Hogan, la cosa mi lasciò un attimo perplesso, non immaginavo nemmeno fosse stato un "cattivo" negli anni precedenti.

(Hulk Hogan in compagnia di due differenti generazioni di Hulkamaniacs)

Al match, un fatal four way, presero parte anche Diamond Dallas Page e Goldberg, facce nuovissime per me in quel momento. Il match terminò in un no contest a causa di molteplici interferenze esterne (scoprirò poi, come credo molti altri, che questa fosse una consuetudine per la WCW). Da un lato ero felicissimo di aver rivisto colui che era stato il mio eroe d'infanzia, non capivo tuttavia del perchè del cambio di look e, parzialmente del nome, ero sempre convinto fosse a tutti gli effetti un "buono", dopotutto in quel match non diede altra impressione, certo era chiaro come il sole che il numero uno per il pubblico non fosse lui ma Goldberg, ma questo poco importava.
(Hollywood Hogan a WCW Monday NITRO nella primavera del 1999)

Va detto che quelle puntate, trasmesse con un ritardo abissale, erano della primavera di quell'anno, in quel momento Hollywood Hogan si stava preparando al turn face dato che il pubblico aveva ripreso a tifarlo, senza avere però una connessione internet non potevo certo sapere che negli Stati Uniti il turn già era stato completato nel momento in cui rientrò da un infortunio subito sei giorni dopo il match che vidi quel pomeriggio in TV. Nonostante fossi ormai grandicello per i giocattoli, mi comprai, nel periodo natalizio, una delle Action Figures della WCW importate in Italia da "Giochi Preziosi", non trovando quella di Hogan ripiegai su quella di Goldberg.

(Kyle Wells, un grandissimo Hulkamaniac, ha finalmente coronato il suo sogno di incontrare The Hulkster alla Sheffield Arena!)

Certo, non ero interessato a giocare con un pupazzetto, di certo non a sedici anni, ero interessato all'allegato, una VHS commentata da Dan Peterson con due incontri, il primo contro Scott Hall ed il secondo contro Hollywood Hogan, i due match che Goldberg ebbe nell'edizione di Monday Nitro del 6 Luglio 1998 ad Atlanta. Furono senza dubbio 25-30 minuti istruttivi, innanzitutto dopo qualche secondo riconobbi Scott Hall che altri non era che Razor Ramon, inoltre Dan Peterson (traducendo in real time dall'audio originale) diede a grandi linee un'idea su cosa fosse il New World Order e senza troppi giri di parole disse chiaro che Hulk Hogan era passato, cito testualmente, "dall'essere bravo ragazzo a cattivo ragazzo". Ok, chiarissimo, Hulk Hogan si era unito a questo gruppo ribelle, come il buon Dan lo aveva definito, diventando a tutti gli effetti il cattivo più odiato della WCW.
(La VHS che si trovava allegata alle action figures della WCW commercializzate in Italia dalla Giochi Preziosi a fine anni novanta)

Cresceva la voglia di sapere di più e negli anni successivi fu decisamente più facile, verso la fine del 2000 installai la mia prima connessione internet, fu la giusta occasione per colmare un vuoto che dava l'impressione di essere incolmabile. Il resto è storia, almeno per me, recente. Il ritorno di Hogan alla WWE nel 2002 fu qualcosa di incredibile per noi Hulkamaniacs, così come non possiamo non avere ricordi indelebili dei suoi anni successivi come part-timer.
(Quando sei nWo sei nWo... 4 Life!!!)

Come fan ho assistito dal vivo a tre edizioni di WrestleMania fra il 2006 ed il 2008. Nel 2006 speravo di vedere Hulk Hogan coinvolto in qualche modo nell'evento, non accadde ma fui comunque soddisfatto di poterlo vedere dal vivo alla Hall of Fame induction cerimony la sera precedente WrestleMania 22, Hulk introdusse nell'arca della gloria della WWE il suo vecchio amico "Mean" Gene Okerlund, storico annunciatore di AWA, WWE e WCW. Non scorderò mai l'incredibile reazione dei presenti quando "Real American" iniziò a risuonare nel Teatro di Rosemont, gli assordanti cori "Hogan! Hogan! Hogan!", la richiesta di un match contro Stone Cold Steve Austin, fu emozionante non ci sono altre parole per descrivere quel momento.
(Hulk Hogan alla cerimonia della Hall of Fame della WWE)

Dopo tre edizioni di WrestleMania viste dal vivo come fan mi sono iniziato a sentire con la pancia piena, inoltre la vicenda Benoit non mi aveva certo lasciato indifferente, Chris era un wrestler che apprezzavo davvero, credere che nessuno all'interno della WWE si fosse accorto dei suoi evidenti problemi mi sembrava assurdo, provai un senso di disgusto, con la forte sensazione che nonostante la compagnia fosse sull'orlo di saltare per aria nel 1994 a seguito del primo grande scandalo steroidi, nulla fosse realmente cambiato.
(Show your pythons, brother!)

Non smisi di seguire completamente, almeno non subito, ma non era più un dramma per me perdersi un episodio di Monday Night RAW o dimenticarsi di un pay-per-view. WrestleMania XXIV ad Orlando fu più l'occasione per una bellissima vacanza in Florida con tappa anche a Miami, il wrestling in quell'occasione fu davvero messo in secondo piano.
Ci sono stati poi gli anni della TNA, compagnia personalmente seguita un pò a singhiozzo per mancanza di tempo, tempo però trovato nel momento in cui Hulk Hogan, nell'autunno del 2011, affrontò in quello che ad oggi è il suo ultimo match nientemeno che Sting. 
(Hulk Hogan contro Sting a TNA Bound for Glory nel 2011, ad oggi l'ultimo incontro di Hulk trasmesso in TV)

In quegli anni mi riavvicinai al wrestling in generale, non sono più riuscito a seguirlo come prima ma di certo un riavvicinamento c'è stato. Il fugace ritorno di Hulk Hogan fra il 2014 ed il 2015 ha rappresentato forse l'ultima illusione per poterlo vedere sul ring un'ultima volta. Parliamo di un uomo con una serie impressionante di interventi chirurgici alle spalle, un uomo che in questo ambiente può benissimo occupare un ruolo da ambasciatore senza dover più dimostrare nulla, ma se noi Hulkamaniacs abbiamo questo desiderio è perchè prima che da noi questa cosa viene da lui, lui vuole un ultimo match tanto quanto noi lo sogniamo.
(Hulk è amato da tutti, genitori e bambini! E' per questo che nessuno potrà mai distruggere la Hulkamania!)

Il licenziamento dovuto a frasi razziste proferite in un contesto privato quasi dieci anni prima è stato un duro colpo tanto per lui quanto per tutti i suoi 'maniacs sparsi per il mondo. Su questo tema se ne sono dette tante, probabilmente troppe, personalmente non credo meritasse un applauso, così come non meritava una crocifissione pubblica, tutti noi commettiamo errori, tutti possiamo dire, in momenti di profonda rabbia e frustrazione, qualcosa di cui poi finiamo di pentirci d'avere anche solo pensato prima che detto a voce alta e non mi riferisco necessariamente ad insulti a sfondo razziale. La WWE in tal senso aveva ed ha tutt'ora le mani legate, azionisti e partners commerciali hanno la priorità, non trascuriamo poi il fatto di vivere in una società fortemente "politically correct" dove nessuno scivolone viene più tollerato (nonostante magari, fatti ben più gravi di una frase sbagliata passino in cavalleria).
(Il ritorno di Hulk Hogan alla WWE nel 2014)

Il dispiacere è stato enorme specie considerando che, pochi giorni prima che lo scandalo venisse alla luce, molti rumor davano per estremamente probabile il ritorno di Hulk Hogan sul ring per quello che sarebbe stato l'ultimo capitolo della sua carriera, nel dettaglio avrebbe con ogni probabilità affrontato John Cena nella prossima edizione di WrestleMania.
Poterlo vedere dal vivo sembrava essere utopia ma, la notizia dell'evento organizzato a Sheffield in Inghilterra, con lui assoluto protagonista, ha improvvisamente aperto a nuove speranze.
Nei mesi precedenti all'evento ho cercato di convincere Manuele e qualche altro vecchio nostalgico Hulkamaniac a seguirmi in questa toccata e fuga in terra inglese, giustamente impegni lavorativi e famiglia sono e devono essere prioritari per chi ha determinate responsabilità.
Decido quindi di andare per conto mio, l'occasione è troppo grande per non essere sfruttata, difficile sapere quando sarà la sua prossima tappa europea o quando avrò io la possibilità di prendermi le ferie necessarie per un viaggio in Florida con la speranza inoltre di trovarlo all'Hogan's Beach Shop.
(Hulk Hogan al suo negozio Hogan's Beach Shop in Florida)

Rompo gli indugi, compro il biglietto per l'evento e il biglietto a parte per fotografia ed autografo. L'evento pubblicizzato è un "Question & Answer", Hulk Hogan avrebbe risposto ad una serie di domande provenienti da una platea di oltre milla fans senza alcun tipo di censura.
Partenza Venerdì 13 Novembre alle ore 17.00 dall'areoporto di Orio al Serio, Bergamo, mattinata delirante passata per lavoro in provincia di Milano, tornato a casa nel primo pomeriggio, fatta al volo la valigia, preparati documenti dei quali solitamente mi occupo io per la mia squadra di calcio a 5 impegnata proprio quella sera e via per l'aereoporto accompagnato da un amico al quale ho affidato il materiale. Poco più di due ore per raggiungere Manchester ed un'altra ora per arrivare a Sheffield, tempo di uscire a cena, fondamentale per restare in piedi dopo aver saltato il pranzo fra una cosa e l'altra e, al rientro in hotel, ecco scorrere sulla TV le terribili immagini di quanto stava avvenendo a Parigi in quelle ore. A vedere certe cose dubito ci si possa mai abituare, a vederle stando all'estero beh, è forse ancora peggio.
(Le terribili immagini degli attentati a Parigi del 13 novembre scorso)

La mattina successiva, una volta recuperati i biglietti per l'evento ed aver pranzato, mi precipito all'Arena che dista solo un centinaio di metri dal mio Hotel.
Inizia già ad esserci gente nonostante mancasse ancora una quarantina di minuti all'apertura delle porte. Una volta dentro le steward della Sheffield Arena indirizzano i fan nella giusta fila da rispettare in base al biglietto acquisito, non prima però di aver fatto una passeggiata per i corridoi dell'arena ed aver acquistato una weight belt che successivamente mi sarei fatto autografare.
(La Weigh Belt acquistata per l'occasione da Matteo Carminati autografata da Hulk Hogan)

Dopo quasi tre ore in coda, ecco che il mio turno si avvicina, scambio nell'attesa qualche parola con altri ragazzi giunti li solo per una fotografia, per lo più inglesi ma, come scoprirò poi durante la serata, sono molti quelli arrivati anche dal resto d'Europa. L'emozione, mia e di questi altri ragazzi, è indescrivibile. Hulk Hogan, il nostro eroe non d'infanzia, ma di una vita intera è li, a pochi metri da noi. Pare fra le altre cose in buona forma e nonostante fosse a far fotografie ed autografi da ore regalava una battuta a tutti.
(A quasi quaranta anni di distanza dal suo debutto, i bambini continuano ad amare The Hulkster!)

Era ormai il mio turno, cedo la mia weight belt appena acquistata ad uno degli addetti che l'avrebbero portata ad Hulk dopo la fotografia, credo che l'unico motivo per il quale le gambe non stessero tremando fosse per il mal di schiena dopo la lunga coda, resta il fatto che l'emozione in quel momento era decisamente ai massimi livelli. Piccola nota, mentre ero in coda ormai prossimo al mio turno dall'interno dell'arena dove si sarebbe tenuto lo show in serata, si sentono le prove tecniche per ciò che sarebbe andato in scena ed ho udito nitidamente l'inizio di "American Made", la theme music scritta da Jimmy Hart ed utilizzata da Hulk alla WCW, come poi però scoprirò durante lo show la theme prescelta per l'entrata sarà "Real American".
(La folla gremita della Sheffield Arena attende l'arrivo di The Hulkster)

Me lo ritrovo davanti, fisicamente è tutt'oggi un uomo gigantesco, gli stringo la mano che credo essere almeno il doppio della mia, ci facciamo una fotografia poi il suo sguardo va verso il monitor per controllare come era venuta, io già lo ringrazio ma lui mi risponde - No no brother, I don't like how I look, let's do another one! - e chiede di farne un'altra! 
(Matteo Carminati con Hulk Hogan nella loro prima foto, quella che ad Hulk non è piaciuta e che ha voluto rifare)

Allora, è una piccola cosa, abbiamo tutti pagato per essere lì e sicuramente voleva fornire un buon servizio, ma credo sia doveroso sottolinearlo. Quest'uomo stava facendo fotografie da tre ore con una pausa di una manciata di minuti, tre ore, poteva benissimo ragionare come fosse in una catena di montaggio, invece no, ha sentito la necessità di regalare a me, come sicuramente ad altri suoi fan, la miglior fotografia possibile.
(Il manifesto dell'evento esposto alla Sheffield Arena)

Spesso si dice che sia meglio non avere modo di incontrare il proprio eroe, si potrebbe restare delusi, beh, non è questo il caso. Hulk Hogan ha fatto certamente un piccolo gesto ma lo ha fatto per me che ero arrivato a Sheffield solo per potergli stringere la mano, questo dovrebbe lasciare intendere che genere di uomo sia. Gli viene posta successivamente la weight belt, mi chiede da che lato vorrei l'autografo, gli dico sorridendo che aspettavo di stringergli la mano da quando ero un ragazzino di sei anni, mi chiede dove sono cresciuto, gli rispondo di venire dall'Italia e lui: - Uuuh Italiano! -, altra stretta di mano e ringraziamenti, una volta salutato e recuperata la giacca beh, inizio a realizzare il tutto e da lì si che le gambe iniziano a tremare davvero!
(Matteo Carminati ed Hulk Hogan... tenete conto che il nostro Matteo è alto un metro e novanta...)

Nell'attesa, la batteria del mio Iphone mi aveva abbandonato, rinuncio, anche per oggettiva stanchezza, alla foto con Jimmy Hart, Tugboat, Bushwacker Luke e Lanny Poffo, scelgo di tornare per un paio d'ore in hotel in attesa dell'inizio dello show.
Poco prima delle 19.00 sono nuovamente all'arena, lo show si apre con un doveroso minuto di silenzio per le vittime della strage di Parigi, dopo di che ad aprire la serata è "The Mouth of the South" Jimmy Hart.
(Un minuto di silenzio osservato in memoria delle vittime degli attentati di Parigi prima dell'inizio dello show)

Viene mostrato un video tributo ad Hulk Hogan sulle note di "Real American", il video è di fatto il Titantron utilizzato dalla World Wrestling Entertainment negli ultimi anni con l'aggiunta successiva di altre immagini relative alla sua carriera. E' poi il turno dell'ingresso in scena di Hulk Hogan scortato da due vallette, folla in delirio, tutto pronto per le domande dei fans e le risposte di The Hulkster.


Iniziano le domande, generalmente incentrate sulla sua carriera o sul wrestling business in generale intervallate ogni tanto dalla domanda di qualche bimbo (cose del tipo: - Cosa ti piace mangiare? -). Viene chiesto ad Hogan quale sia la sua opinione riguardo a Vince McMahon per il quale Hulk ha solo parole d'ammirazione, spiega di come esistano due Vince McMahon, a livello personale una persona straordinaria, pronto ad aiutare gli amici in difficoltà, ma poi c'è anche l'uomo d'affari, freddo distaccato e razionale. Aggiunge poi di voler bene a Vince come amico e di rispettare profondamente l'uomo d'affari. Gli viene chiesto poi se si senta più simile nella vita di tutti i giorni al character di Hulk Hogan o a quello di Hollywood Hogan, Hulk risponde dicendo che oggi si sente decisamente più vicino alla figura dell'eroe in giallo e rosso, ma che sicuramente ci sono stati dei momenti in cui era più simile ad Hollywood.


Racconta poi di quando, nel 1991, volle portare il wrestler della WCW "Mean" Mark Calaway nel cast del film Suburban Commando (in Italiano "Cose dell'altro mondo") dopo averlo visto sul ring, decise di presentarlo a Vince McMahon, il quale dopo pochi secondi già aveva ideato per lui il personaggio di The Undertaker, Hulk racconta poi di come cercò di sconsigliare Vince da questa idea dicendo che mai avrebbe potuto funzionare, la sua faccia dopo aver pronunciato queste parole è stata più che emblematica per sottolineare quanto fosse stato in errore ormai 25 anni fa.
(Hulk Hogan e The Undertaker sul set di Suburban Commando, uscito con il titolo Cose dell'altro mondo nelle sale cinematografiche italiane)

Nessuno sembra voler tirare fuori l'episodio che ha segnato la fine del suo rapporto di lavoro con la WWE, nessuno prima che a prendere la parola non sia Giacomo Giglio, uno dei più grandi Hulkamaniac italiani. Hulk Hogan risponde dicendo di essere una persona oggi molto religiosa e di credere che questa sia una nuova prova da superare, si rivolge poi ai suoi fans definendoli estremamente leali ricordando loro di come per chiunque sia possibile commettere errori, ed il suo è stato veramente enorme. Hulk ricorda poi agli spettatori di come questa sia la "PG Era" e che la WWE oggi sia più che mai politically correct.
(Hulk Hogan con Giacomo Giglio, titolare della sede di Milano del negozio Wrestling Store, nonchè campione italiano di wrestling )

Gli è stata poi chiesta un'opinione su ciò che di fatto era la Extreme Championship Wrestling di Paul Heyman, in tutta onestà la risposta di Hulk Hogan mi ha sorpreso in quanto apprezzava la ECW, gli sarebbe inoltre piaciuto fare qualcosa di quel genere ma in quegli anni era già troppo vecchio per quel tipo di wrestling.
(Hulk Hogan pronto a rispondere a tutte le domande dei fans)

Hulk si è inoltre definito il più grande fan di wrestling al mondo, di seguire ancora la WWE, di guardare ogni episodio, registrarlo e vederlo più e più volte per capirne ogni singolo dettaglio.
Ha definito The Ultimate Warrior la sua gimmick preferita, ha rivelato di come con Rowdy Roddy Piper avesse ricucito il loro rapporto negli ultimi due anni tanto da sentirsi ogni singolo giorno fino al giorno precedente la scomparsa di "Hot Rod". Ha rivelato poi di come la gimmick di Mr.America fosse una sua idea e fosse ispirata da un angle analogo negli anni ottanta con protagonista uno dei suoi wrestlers preferiti in assoluto, Dusty Rhodes.
(Mr. America sul ring nel 2003)

Hulk Hogan rivela poi nel caso avesse la possibilità di fare un ultimo match quali siano i suoi sogni, nomi già fatti in passato, un rematch contro Vince McMahon, Stone Cold Steve Austin, ma più di ogni altro dice che amerebbe mandare al tappeto John Cena, lo stesso John Cena indicato come il suo wrestler preferito di oggi.
Parole di elogio poi per Brock Lesnar e Mick Foley e distensive nei confronti di chi su di lui ha sparato a zero come Bret Hart e Scott Steiner, eloquente l'espressione usata: - I come in peace -.
(John Cena ed Hulk Hogan a WWE Monday Night RAW)

Hogan da inoltre vita con Lanny Poffo (fratello del compianto Randy Savage) ad un simpatico siparietto in cui raccontano un aneddoto con protagonista "Macho Man" Randy Savage. Lanny ha poi reso partecipe il pubblico di come Hulk Hogan e suo fratello Randy Savage fossero soliti visitare i bambini in ospedale senza che la cosa venisse resa pubblica o sfruttata a fini pubblicitari.
Lanny ha pure scherzato raccontando di rivedersi ogni giorno quel match in cui lui riuscì a sconfiggere Hogan per count-out, aggiungendo di non avergli mai voluto concedere un rematch ed è anche per questo che lo chiamano "The Genius".


La serata giunge al termine, ma non prima di un altro veloce botta e risposta con altri fan a tempo ampiamente scaduto per poi, sulle note di "Real American" congedarsi dal pubblico.
In conclusione posso solo ritenermi estremamente soddisfatto per questa fugace esperienza inglese, poco prima di imbarcarmi ho avuto modo di scambiare qualche parola veloce con Giacomo, al quale devo assolutamente una visita al suo WrestlingStore a Milano.
(Giacomo Giglio in posa davanti al manifesto dello show alla Sheffield Arena)

Hulk Hogan è un essere umano come tutti, e come gli altri anche lui ha dimostrato di avere i suoi pregi ed i suoi difetti, virtù e debolezze, non è perfetto ma la perfezione d'altronde non è di questo mondo. La mia impressione è stata quella di una persona speciale, una grande star capace di connettersi con i suoi fans come forse poche persone popolari quanto lui sanno fare.


Ripeto quanto già detto in precedenza, si dice che spesso conoscere il proprio eroe non sia una buona idea e che il rischio di restare delusi si rivela essere sempre molto alto.
Ma non è certamente il caso dell'Immortale Hulk Hogan!
Matteo Carminati

Nessun commento:

Posta un commento