Lo scorso venerdì, la WWE ha annunciato che questa sera, lunedì 07 gennaio, Hulk Hogan farà il suo ritorno a Monday Night RAW per onorare la memoria del suo grande amico "Mean" Gene Okerlund scomparso all'inizio del nuovo anno: WWE.com
Come era prevedibile, da un lato abbiamo avuto manifestazioni di entusiasmo da parte dei suoi fans, ma dall'altra, sono scaturite anche svariate proteste ed attacchi, sia su alcuni siti web che sui social network, per voce di coloro che vorrebbero che la figura di Hulk Hogan venisse cancellata e rimossa per sempre dalla storia del wrestling.
Una grossa fetta di responsabilità per tutto ciò è da attribuire alla stessa WWE, che nel 2015, quando scoppiò il caso delle frasi razziste, ebbe una reazione del tutto spropositata, suscitando un clamore mediatico che aveva come unico precedente simile la vicenda di Chris Benoit, nonostante le casistiche completamente diverse, dato che Hogan era stato vittima di una violazione della sua libertà personale che fece in modo che un suo sfogo privato, delle frasi uscite dalla sua bocca in un momento di rabbia e grande frustrazione, finì in pasto ai media divenendo pubblico, causando l'indignazione della rete nei suoi confronti ed il conseguente linciaggio mediatico.
E questo odio cieco nei confronti di Hulk Hogan non è riconducibile ne a tipologie di fans, ne a ideologie politiche (destra, sinistra, ecc.). Si tratta soprattutto di un problema della cosiddetta "generazione fiocco di neve" e personalmente, più che di "generazione" (visto che ritengo profondamente sbagliato attribuire a tutti i giovani queste etichette), parlerei di caratteri.
I cosiddetti "fiocchi di neve", secondo le parole della scrittrice inglese (di sinistra, anzi, comunista) Claire Fox, sono i ventenni americani e britannici incapaci di affrontare tutto ciò che si pone come problematico o che viene percepito come offensivo, solo perché contrasta con il loro modo di pensare, che poi è quello del mainstream generale. Sono così fragili che, di fronte a un’idea diversa dalla loro, chiedono che venga eliminata per essere lasciati in pace. Accade perché non sono assolutamente in grado di opporsi a visioni differenti con argomentazioni ragionevoli. Sono inconsistenti come fiocchi di neve, appunto.
La WWE, quando è scoppiato il "caso Hogan", per alcune frasi "rubate" da una telecamera nascosta ha intrapreso nei suoi confronti gli stessi, identici provvedimenti che, una decina di anni prima, erano stati presi verso un pluriomicida.
Quello che era capitato ad Hogan non è stato affrontato ne dibattuto, non è stato spiegato, non si è neanche dato modo di discuterne, ne di dare spiegazione alcuna. Hulk Hogan è stato semplicemente cancellato.
Perchè quello che aveva fatto dieci anni prima era ritenuto (giustamente, per carità) offensivo.
E come reagiscono i "fiocchi di neve" a ciò che ritengono offensivo? Piangendo e gridando - I find that offensive! - (Lo trovo offensivo!).
Ed in questa epoca, se qualcuno lo trova offensivo, deve essere cancellato.
Non affrontato, non discusso, non spiegato, non dibattuto, ma solo cancellato.
Un po' come quando si pensa di pulire la casa mettendo la polvere sotto il tappeto. Una volta che il tappeto viene sollevato, la polvere torna fuori.
Ed ecco che, questa sera, la polvere che la WWE aveva riposto sotto il tappeto in quell'estate del 2015, tornerà fuori.
Perché nessuno alla WWE ha mai mostrato la volontà ed il coraggio di affrontare questo argomento, si è preferito cancellarlo perché qualcuno "find that offensive!".
Se ad Hulk Hogan fosse stata data la possibilità di spiegarsi pubblicamente in un programma della della WWE anziché in un backstage od in talk show televisivi che, evidentemente, gli appassionati di wrestling non vedono (visto che dopo tre anni sono convinti che Hogan non abbia mai chiesto scusa per quelle frasi...), se questo delicato argomento fosse stato affrontato anziché cancellato, ci sarebbero stati sicuramente meno problemi.
Ad ogni modo, questa sera Hulk sarà a Monday Night RAW soltanto per onorare la memoria di un grande amico scomparso, staremo a vedere quale sarà la reazione del pubblico nei suoi confronti.
"Titan Morgan" Manuele Poli
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