domenica 29 maggio 2016

Gli ultimi incredibili sviluppi della causa Hulk Hogan vs Gawker!

Il fondatore di PayPal, Peter Thiel, è in guerra con il sito di news e gossip Gawker. Una guerra per procura, avviata attraverso la causa milionaria promossa dalla star del wrestling Hulk Hogan che sta portando il gruppo media (se così possiamo definirlo, n.d.tr.) al fallimento. 
Da qualche giorno infatti si è saputo che l’imprenditore della Silicon Valley, che siede anche nel consiglio di amministrazione di Facebook, ha finanziato segretamente con dieci milioni di dollari la causa per diffamazione di Hulk Hogan contro i respondabili di Gawker, che in primo grado sono stati condannati a pagarne 140 all’ex wrestler. Il motivo sarebbe un articolo risalente al 2007 (“Peter Thiel is totally gay, people”, ovvero “Peter Thiel è completamente gay, gente”) in cui Gawker aveva rivelato al mondo l’omosessualità di Thiel, un aspetto della propria vita che, giustamente, il magnate di PayPal desiderava tenere privato.
Adesso, in un’intervista al New York Times, la prima dalla comparsa delle indiscrezioni sulla stampa dall'inizio di tutta questa vicenda, il miliardario tenta di spiegare i motivi che lo hanno spinto ad avviare la sua guerra. “È meno una vendetta che un’operazione di deterrenza mirata. Credo che Gawker abbia creato un modo unico e fortemente dannoso di attirare l’attenzione con un atteggiamento prepotente nei confronti delle persone, anche quando non c’è alcun interesse pubblico”, ha detto Thiel. La causa è iniziata un anno fa. Hulk Hogan ha chiesto un risarcimento a Gawker per aver invaso la sua privacy, pubblicando un video in cui fa sesso con la moglie di un suo amico. Di recente un tribunale della Florida ha dato ragione al wrestler, confermando il risarcimento per i danni a 140 milioni di dollari. 
Quello che non si sapeva – e che in questi giorni è rimbalzato sui media di tutto il mondo – è l’intervento del benefattore Thiel, che ha un patrimonio personale di 2,7 miliardi di dollari e che avrebbe pagato le spese legali di Hulk. Per Thiel, Gawker ha “rovinato la vita di diverse persone senza alcuna ragione”. Così dopo anni di silenzio, su consiglio di alcuni amici, ha deciso di agire. “Uno dei miei amici mi ha detto che se non lo avessi fatto io nessuno avrebbe potuto farlo”, ha continuato nell’intervista. Thiel in passato ha donato molto denaro al Committee to Protect Journalists, una associazione non profit che si occupa di proteggere la libertà di parola e di stampa negli Stati Uniti. “Non credo che il giornalismo significhi violazione della privacy”, ha detto, cercando di difendersi da coloro che stupidamente lo accusano di aver agito contro i principi che ha da sempre sostenuto.
Non ha tardato ad arrivare la risposta di Nick Denton, fondatore e amministratore delegato di Gawker. “Sono piuttosto impressionato. E’ una fantasia di vendetta alla Conte di Montecristo per miliardari” ha detto, aggiungendo di essere felice che Thiel “finalmente sia uscito allo scoperto” e che i “i veri interessi” dietro alla causa siano venuti alla luce. “Diventa una storia sul potere dei miliardari, in particolare dei miliardari della Silicon Valley” ha detto Denton. “esercitano il loro potere dietro le scene. Penso che sia più importante che mai avere un media indipendente che chieda loro conto”. Il collegamento con Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook, che ospita Thiel nel suo Consiglio di Amministrazione, è immediato: dopo le polemiche sulle presunte manipolazioni dei trending topics da parte della piattaforma social, sulla stampa americana sono partite le richieste a Zuckerberg di allontanare il fondatore di Paypal dal consiglio. 
Per molti media inoltre Thiel avrebbe di fatto sferrato un attacco alla libertà di stampa e anche nella Silicon Valley molti non hanno gradito la presa di posizione del fondatore di Paypal. Il Financial Times in un editoriale sostiene che anche se non è illegale finanziare una causa senza essere le persone coinvolte, ci vorrebbe una legge più stringente per la difesa della libertà di stampa. “La protezione della libertà di parola e di stampa non deve essere solo applicata per interpretare la legge, ma anche a possibili violazioni fatte da terze persone per motivi cinici. Se i giornalisti e i direttori che hanno fatto errori non dovrebbero farla franca, allora anche chi finanzia cause legali per dubbi motivi non dovrebbe farla franca”.
Nel frattempo, il co-fondatore di eBay, il miliardario Pierre Omidyar (nella foto sotto), classico trombone radical-chic di origine iraniana, ha dichiarato che finanzierà Gawker in questa causa contro Hulk Hogan, per difendere il diritto alla libertà di stampa, come se mostrare qualcuno nudo, dopo averlo filmato a sua insaputa mentre stava facendo sesso nel privato di un'abitazione, potesse essere considerato in qualche modo "libertà di stampa". 
Non so come la intendano in America, ma dalle nostre parti, dove probabilmente abbiamo ancora un concetto di moralità e di decenza superiori all'ipocrisia, atteggiamenti del genere li consideriamo nient'altro che bullismo e prepotenza. 

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