di
"Titan Morgan" Manuele Poli
Ho
cominciato a seguire il wrestling verso la metà degli anni ottanta,
anche se a dire il vero, i miei ricordi di quel periodo sono molto
offuscati, in quanto all'epoca avevo soltanto nove anni. Ma di una
cosa sono sicuro: le prime telecronache che ho visto erano relative
ad incontri di wrestling giapponese (che all'epoca veniva chiamato
"catch" nel nostro paese).
Ricordo che tra tutti quegli atleti dai nomi esotici quali Antonio Inoki e Tatsumi Fujinami, il mio interesse era stato catalizzato su un gigante biondo e muscoloso di nome Hulk Hogan, la cui figura era resa inconfondibile grazie ad un paio di caratteristici baffi ed un costume nero con una sorta di ideogramma giapponese stampato sulla sinistra del pantaloncino, che in seguito ho saputo che stava a significare il termine "ichiban", ovvero "Numero Uno". Non diceva mai niente, se ne stava sempre zitto, ma mollava dei bracci tesi capaci di staccare la testa a tutti i suoi avversari. In più, aveva una somiglianza straordinaria con mio padre.
Ricordo che tra tutti quegli atleti dai nomi esotici quali Antonio Inoki e Tatsumi Fujinami, il mio interesse era stato catalizzato su un gigante biondo e muscoloso di nome Hulk Hogan, la cui figura era resa inconfondibile grazie ad un paio di caratteristici baffi ed un costume nero con una sorta di ideogramma giapponese stampato sulla sinistra del pantaloncino, che in seguito ho saputo che stava a significare il termine "ichiban", ovvero "Numero Uno". Non diceva mai niente, se ne stava sempre zitto, ma mollava dei bracci tesi capaci di staccare la testa a tutti i suoi avversari. In più, aveva una somiglianza straordinaria con mio padre.
Data
la mia giovane età non mi era ancora permesso fare tardi la sera,
per questo motivo seguivo le trasmissioni del "catch"
durante quegli interminabili pomeriggi che sono soliti scandire la
vita di un bambino. Ma nel 1987, mi resi presto conto che
sull'emittente televisiva Italia 1 veniva irradiata un'altra versione
di questa disciplina che mi affascinava tanto: lo spettacolare
wrestling americano commentato da Dan Peterson. Fortunatamente Italia
1 mandava in onda gli spettacoli il sabato in seconda serata e dato
che la domenica non c'era la scuola, avevo la possibilità di fare un
po' più tardi per poterli seguire.
Nel
frattempo avevo visto Hulk Hogan combattere con Sylvester Stallone
nel film "Rocky III" e mi ero ancora più affezionato al
suo personaggio.
Come
dicevo, nel 1987 Italia 1 trasmetteva la World Wrestling Federation,
compagnia nella quale Hulk Hogan si presentava vestito in giallo e
rosso. Adesso non era più un taciturno, anzi, era diventato il
protagonista assoluto dei programmi televisivi. Parlava, combatteva e
mostrava i muscoli al pubblico in ogni posa e direzione. Ricordo che
uno dei suoi primi incontri che ho visto, è stato quello con Andrè
The Giant a WrestleMania III e non credo di essere in grado di
descrivervi l'emozione che ho provato quando Hulk ha alzato da terra
il gigante e lo ha sbattuto al tappeto! Avevo dieci anni ed Hulk
Hogan era appena diventato il mio eroe. Da allora, il mio desiderio
più grande fu quello di diventare proprio come lui da adulto, forte,
muscoloso ed invincibile.
Gli
anni passavano ed io crescevo, fino al 1990, quando in me è
scoppiata un'autentica passione per il wrestling. Se fino ad allora
lo seguivo in maniera passiva, da quell'anno ho cominciato
addirittura a scrivere un diario, annotando e commentando tutti gli
incontri che passavano in televisione e registrando le puntate più
belle, giacché nel frattempo, mio padre aveva acquistato un
videoregistratore per registrare i campionati del mondo di calcio.
Questa mia "mania" per il wrestling è forse iniziata
grazie ad un videogioco che ebbi modo di conoscere al bar dove
prestava lavoro mia madre: WWF Superstars. Il fatto di potermi calare
nei panni dei miei beniamini, Hulk Hogan e The Ultimate Warrior, mi
esaltava non poco e probabilmente questo "videogame" ha
contribuito a lanciare definitivamente la mia passione per questo
"sport".
Nella
mia famiglia, l'unica ad essersi appassionata al wrestling oltre a me
è mia madre, che già dai primi anni novanta ha appeso in garage,
nella zona dove c'è il lavello e la lavatrice, un paio di poster di
Hulk Hogan, in modo da poterlo vedere mentre svolge le faccende
domestiche.
Nel
1991, ero un bambino davvero molto sovrappeso e quando ho letto su
una rivista che anche Hulk Hogan aveva avuto i miei stessi problemi
durante la sua infanzia, ho trovato la motivazione definitiva per
desiderare di cambiare. E ce l'ho fatta, al punto tale che sono
riuscito addirittura a diventare un atleta, nel ciclismo prima e nel
judo poi.
Questo
è uno dei principali motivi per cui sarò sempre grato ad Hulk
Hogan!
Ma
torniamo al wrestling: dopo aver ottenuto grandi soddisfazioni dalle
vittorie del mio beniamino su The Earthquake e su Sgt. Slaughter,
arrivano per me le prime delusioni, come la perdita del titolo
mondiale a favore di The Undertaker. Per non parlare del 1992, quando
Hulk Hogan aveva annunciato il suo ritiro dal wrestling in seguito al
"match" con Sid Justice a WrestleMania VIII.
Dopo
il breve ritorno di "The Hulkster" nel 1993 e la sua quinta
conquista del titolo mondiale ai danni di Yokozuna, non ho più
sentito parlare di lui per un paio di anni, fino cioè al 1995,
quando scopro che da quasi un anno, Hulk era il campione del mondo
della World Championship Wrestling! Immediatamente acquistai un
impianto di ricezione via satellite e conobbi Andrea Martinelli, un
giovane appassionato di wrestling a livello globale che aveva fondato
il "World of Wrestling Fans Club Italia". Grazie ad Andrea
ed alla sua "fanzine" settimanale, mi sono potuto tenere
aggiornato su tutto ciò che era accaduto ad Hulk Hogan e nel mondo
del wrestling in generale, anche nelle organizzazioni che non seguivo
abitualmente, quali appunto la WCW.
Con
il supporto di Martinelli e l'ausilio dell'impianto di ricezione via
satellite, sono tornato a seguire costantemente gli sviluppi della
carriera di Hulk Hogan, dai suoi primi anni alla WCW, fino alla
formazione del New World Order. Quando sono partito per il servizio
militare nel 1997, ho contagiato con questa mia passione anche un bel
po' di commilitoni, che dopo qualche mese identificavano la mia
persona con Hulk Hogan. In caserma, avevo appeso nel mio armadietto
il poster di "The Hulkster". Avevo addirittura inventato un
nuovo tipo di "saluto militare", chiamato "l'attenti
del culturista", che consisteva nel mettersi sull'attenti nella
posizione che è solito fare Hulk Hogan quando mostra i muscoli!
Verso
la fine del 2000 ho avuto modo di conoscere il mondo del "wrestling
web italiano". E con mia grande sorpresa, mi sono presto reso
conto che colui che io avevo sempre considerato un eroe ed un modello
di vita, sui vari siti "web" veniva invece continuamente
insultato, sbeffeggiato ed oltraggiato su ogni fronte. Quando un
giorno, sul sito WrestlingMania.it ho letto il titolo di un
editoriale "Hulk Hogan: il cancro del wrestling degli anni '90",
ho detto basta! Era ora che anche io facessi sentire la mia voce!
Dopo
aver contattato Michele Posa, telecronista del wrestling su Sport
Stream e Federico Di Stefano, direttore del sito WrestlingMania.it,
ho fatto il mio debutto nel "wrestling web italiano".
Inizialmente
scrivevo una sorta di articoli storici legati al wrestling,
rivolgendomi ai lettori interpretando una sorta di "gimmick":
quella di Titan Morgan, l'ultimo "Hulkamaniac". Il nome
Titan Morgan l'ho preso in prestito da un personaggio del videogioco
SEGA Wrestle War, in quanto era invincibile, biondo, muscoloso, con i
baffi...praticamente un "clone" di Hulk Hogan.
Quando
WrestlingMania.it ha chiuso i battenti, ho lanciato insieme a Michele
Posa un nuovo sito legato al wrestling, The Bard. Data l'impostazione
seria e professionale dello stesso, ho rinunciato alla parte
"gimmick" dei miei articoli, ma ho comunque mantenuto il
nome Titan Morgan che è presto divenuto il mio "marchio di
fabbrica", al punto tale che la maggior parte delle persone sul
"web" non è neanche a conoscenza di come io mi chiami
realmente.
Da
allora, mi sono fatto portavoce di Hulk Hogan sui vari "forum"
di discussione ed anche negli articoli che scrivo.
Nel
novembre del 2001, Hulk Hogan in persona mi ha regalato uno dei
momenti più magici della mia vita. Dopo che sono riuscito a
procurarmi il suo indirizzo di casa, gli ho scritto infatti una
lettera, spiegandogli quanto lo ammiro e quanto lui sia stato
importante nella mia crescita. Hogan mi ha ringraziato spedendomi la
sua fotografia autografata! In questo piccolo gesto, ho riconosciuto
un grande rispetto da parte di Hulk Hogan verso i suoi "fans";
è stato un momento davvero indimenticabile! Nel giugno del 2004, Ho
ricevuto da Hulk Hogan un'altra sua foto autografata, stavolta in
formato più piccolo. E' veramente incredibile l'attenzione che
questo grande campione rivolge ai suoi ammiratori, specialmente
adesso che lo si può trovare su Twitter, dove spesso e volentieri
risponde alle domande dei suoi fans; anche a me, ha risposto in più
di un'occasione.
Hulk
Hogan ha avuto una grande influenza nei periodi più importanti della
mia vita. Mi ha accompagnato dall'infanzia, fino al difficile
passaggio nell'adolescenza ed è al mio fianco ancora oggi che sono
un adulto. Non mi vergogno affatto ad ammettere che ho sempre seguito
i suoi insegnamenti: credo in Dio e lo ringrazio per tutto ciò di
cui ci ha fatto dono, curo il mio fisico seguendo un'alimentazione
sana e corretta a base di vitamine e proteine, mi alleno
quotidinamanete e soprattutto, Hulk mi ha insegnato a credere in me
stesso e nelle mie capacità.
Ed
è forse quest'ultima la virtù più difficile da apprendere nella
vita...
"Titan
Morgan" Manuele Poli
titanmorgan@hotmail.com
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